Miei Sospiri - Textos Cantados
Se l’aura spira
Se l'aura spira tutta vezzosa
La fresca rosa ridente sta
La siepe ombrosa di bei smeraldi
D'estivi caldi timor non ha
A balli, a balli liete venite
Ninfe gradite, fior di beltà
Or, che sì chiaro il vago fonte
Dall'alto monte al mar s'en va
Suoi dolci versi spiega l'augello
E l'arboscello fiorito sta
Un volto bello al l'ombra accanto
Sol si dia vanto d'haver pietà
Al canto, al canto, ninfe ridenti
Scacciate i venti di crudeltà
Lagrime Mie
Lagrime mie, à che vi trattenete?
Perché non isfogate il fier dolore
Che mi toglie'l respiro e opprime il core?
Lidia, che tant'adoro,
Perch'un guardo pietoso, ahi, mi donò,
Il paterno rigor l'impriggionò.
Tra due mura rinchiusa
Sta la bella innocente,
Dove giunger non può raggio di sole;
E quel che più mi duole
Ed' accresc'al mio mal tormenti e pene,
È che per mia cagione
Provi male il mio bene.
E voi, lumi dolenti, non piangete?
Lagrime mie, à che vi trattenete?
Lidia, ahimè, veggo mancarmi
L'idol mio che tanto adoro;
Sta colei tra duri marmi,
Per cui spiro e pur non moro.
Se la morte m'è gradita,
Hor che son privo di spene,
Dhe [deh], toglietemi la vita,
Ve ne prego, aspre mie pene.
Ma ben m'accorgo che per tormentarmi
Maggiormente la sorte
Mi niega anco la morte.
Se dunque è vero, o Dio,
Che sol del pianto mio
Il rio destino ha sete,
Lagrime mie, à che vi trattenete?
Così mi disprezzate
Così mi disprezzate?
Così voi mi burlate?
Tempo verrà, ch’Amore
Farà di vostro core
Quel, che fate del mio,
Non più parole, addio!
Datemi pur martiri,
Burlate i miei sospiri,
Negatemi mercede,
Oltraggiate mia fede,
Ch’in voi vedrete poi,
Quel che mi fate voi.
Beltà sempre non regna,
E s’ella pur v’insegna
A dispregiar mia fé,
Credete pur a me,
Che s’oggi m’ancidete,
Doman vi pentirete.
Non nego già, ch’in voi
Amor ha i pregi suoi
Ma so, ch’il tempo cassa
Beltà, che fugge e passa
Se non volete amare,
Io non voglio penare.
Il vostro biondo crine,
Le guance purpurine
Veloci più che maggio
Tosto saran passaggio,
Prezzategli pur voi,
ch’io riderò ben poi.
Si dolce è’l tormento
Si dolce è’l tormento
Ch’in seno mi sta,
Ch’io vivo contento
Per cruda beltà.
Nel ciel di bellezza
S’accreschi fierezza
Et manchi pietà:
Che sempre qual scoglio
All’onda d’orgoglio
Mia fede sarà.
La speme fallace
Rivolgam’ il piè,
Diletto ne pace
Non scendano a me,
E l’empia ch’adoro
Mi nieghi ristoro
Di buona mercè:
Tra doglia infinita,
Tra speme tradita
Vivrà la mia fè.
Se fiamma d’amore
Già mai non sentì
Quel rigido core
Ch’il cor mi rapì,
Se nega pietate
La cruda beltate
Che l’alma invaghì:
Ben fia che dolente,
Pentita e languente
Sospirimi un dì.
Amanti, io vi so dire
Amanti, io vi so dire
ch’è meglio assai fuggire
bella Donna vezzosa
ò sia cruda ò pietosa
ad ogni modo e via
il morir per amor è una pazzia.
Non accade pensare
di gioir in amare,
amoroso contento
dedicato è al momento
e bella Donna al fine
rose non dona mai senza le spine.
La speme del gioire
fondata è sù’l martire,
bellezza e cortesia
non stanno in compagnia,
sò ben dir con mio danno
che la morte ed’amor insieme vanno.
Vi vuol pianti a diluvi
per spegner i vesuvi
d’un cor innamorato,
d’un spirito infiammato;
pria che si giunga in porto,
quante volte si dice:
ohimè son morto.
Credete’l à costui che per prova può dir
io vidi io fui. Se creder no’l volete
lasciate star che poco importa à me.
Seguitate ad’amar ad’ogni modo,
chi dè rompersi il collo.
Non accade che schivi.
Od’erta ò fondo
che per proverbio senti sempre dire
dal destinato non si può fuggire.
Donna so chi tu sei,
amor so i fatti miei.
Non tresco più con voi,
alla larga ambi doi.
S’ogn’un fosse com’io
saria un balordo Amor e non un Dio.